Visualizzazioni totali

mercoledì 15 dicembre 2010

The Tourist


Johnny Depp e Angelina Jolie, amanti spericolati in un giallo veneziano leggero e ricco di glamour, diretto dal regista de Le vite degli altri

di Cristina Locuratolo
cristina.elle@hotmail.it

Florian Henckel von Donnersmarck confeziona una romantic action comedy dal gusto un po’ retrò come dono natalizio. La formula di The Tourist (distribuito in Italia da 01) è vincente: combina il miglior attore dei nostri tempi, Johnny Depp, alla sensuale e chiacchieratissima Angelina Jolie, una Venezia da cartolina a un giallo che pare d’annata. In effetti, il film è un remake della pellicola francese Anthony Zimmer, girato neanche troppo tempo fa, nel 2005, da Jérôme Salle e interpretato da Yvan Attal e Sophie Marceau. Caso curioso perché sia la Jolie che Depp sono legati alla Francia, la prima per origini, il secondo per amore e per scelta.

Elise (Angelina Jolie) è una sorta di Eva Kant inglese, bellissima e perdutamente innamorata di un misterioso uomo ricercato in diversi Stati per truffa ed evasione fiscale, disposta a mettere a repentaglio la sua vita pur di proteggerlo. Durante un viaggio in treno da Parigi verso Venezia, la donna incontra un turista americano, Frank (Johnny Depp) e tenta di sedurlo con l’intento di depistare i suoi inseguitori. Frank, un professore di matematica del Wisconsin, appassionato di gialli e sensibile al fascino di Elise, viene così scambiato per il malavitoso Alexander Pearce.

Al centro del film, più che la storia, a tratti poco credibile e debole, ci sono i due protagonisti: Angelina, abile nell’usare i movimenti del corpo e il proprio naturale fascino per costruire un personaggio elegante, sofisticato e iper-femminile, un’eroina romantica in abito da gran ballo, e Johnny che, svestiti i panni di personaggi stravaganti ed eccentrici, meravigliosa espressione delle molteplici rêverie burtoniane, incarna un uomo fin troppo normale, tanto da rendere paradossalmente straordinaria, come solo lui può fare, persino questo eccesso di ordinarietà.

Lo stesso Depp in conferenza stampa commenta così la scelta di interpretare il turista americano: «In tutti i personaggi che interpreto c’è sempre una parte di me. Frank, nello specifico, è invece un uomo molto diverso, perfetto e stirato. Ho voluto renderlo ipernormale. Mi ha fatto venire in mente un ragioniere che conoscevo e che girava il mondo con un solo hobby: quello delle foto. Fotografava tutto ciò che riproponeva il suo nome».

Ma c’è anche una terza protagonista ed è la location veneziana: riprese suggestive dall’alto, inseguimenti per le calli, per i tetti e fughe a go go in laguna. Il regista sfrutta ogni possibile risorsa di uno scenario senza dubbio unico al mondo e magico, ma che poco si presta a scene d’azione e ad alta tensione. Von Donnersmarck fa bene quando ne privilegia l’aspetto romantico: Venezia è una città perfetta per un incontro speciale e di certo veder coinvolti in una storia d’amore seppur contrastata (e intervallata da improbabili fughe) due interpreti talentuosi e bellissimi è uno spettacolo più che godibile.

Venezia è comunque rimasta nel cuore di Depp, del resto per un’anima da “pirata” come la sua il richiamo dell’acqua, sebbene quella lagunare, è forte: «Quella città è fantastica, magica, e io quasi ogni sera dalle 22 in poi andavo girando per la sue calli per godermi appieno la poesia di questa città. Una sola cosa – aggiunge – ha purtroppo turbato il nostro lavoro ed è stato il muro di paparazzi costantemente all’inseguimento di Angelina Jolie».

Il regista tedesco risponde alle critiche ricevute nel suo Paese, che si aspettava un film più cupo e impegnato dopo l’Oscar per Le vite degli altri: «Volevo fare un film che avrei potuto vedere a Natale insieme alla mia famiglia». Il cineasta, inoltre, non risparmia parole d’elogio per gli attori nostrani presenti nel film in cammei, da Alessio Boni a Christian De Sica, da Nino Frassica a Neri Marcoré. E a proposito della discussa scena bollente della doccia con Angelina e Johnny, il regista si rimangia le precedenti dichiarazioni secondo cui il momento hot era stato tagliato e dice: «Mi dispiace, ma questa scena non è stata mai girata», poi interpella Depp al suo fianco, il quale con ironia lo toglie dall’imbarazzo: «Alludi alla scena della doccia in cui ci siamo io e Christian De Sica, vero?». Successo al botteghino o meno si vedrà, intanto The Tourist ha già conquistato tre nominations ai Golden Globes per gli interpreti e nella categoria commedia/musical. Doppia e meritata candidatura per Depp, in lizza sia per l’interpretazione del Mad Hatter in Alice in Wonderland che per quella in The Tourist, l’attore commenta così la notizia: «Sono commosso e felice per le due cose, è strano essere in competizione con me stesso».

The Tourist non è una pellicola che lascia il segno, ma di sicuro sarà memorabile per aver formato sul grande schermo una coppia inedita, tutto sommato ben assortita e forse riproponibile. Certo, la storia si perde in più di un cliché, senza contare che sembra avulsa da qualsiasi dimensione temporale: la Jolie è vestita come una dama d’altri tempi, legge lettere segrete, e viene da pensare che se il treno su cui Elise incontra Frank fosse stato a vapore non ci saremmo stupiti. Del resto Depp la segue per dichiarargli il suo folle amore in un ballo tra conti e contesse in cui mancano solo i rondò e la mascherina. Ma forse il vero “cavaliere mascherato” è proprio Depp che, anche in questo film, si lascia avvolgere da un alone di mistero.

lunedì 6 dicembre 2010

I luoghi dell'attesa: Skogli nel film di Hamer


Tornando a casa per Natale del regista Bent Hamer è un film tratto da una selezione di racconti brevi del norvegese Levi Henriksen Only Soft Present Under the Tree. E proprio come suggerisce il titolo del libro, si tratta di un regalo delicato sotto l’albero. Un’unica opera che si articola in tante piccole storie che condividono lo scenario innevato di una cittadina immaginaria della Norvegia, Skogli, e la dimensione temporale, il Natale, appunto.

Pur essendo un film corale, Hamer mette in primo piano la solitudine dei suoi personaggi.

Skogli è il luogo dell’attesa e della speranza dove si intrecciano o si sfiorano, per il breve lasso di tempo della notte della Vigilia, esistenze differenti, ognuna con il proprio fardello: un uomo si traveste da Babbo Natale sostituendosi al nuovo compagno della ex moglie per rivedere i figli; un vecchio campione del calcio alcolizzato tenta di tornare a casa per le vacanze; una donna vive una relazione con un uomo sposato, un ragazzo trascorre la Vigilia con l’amica musulmana ignorando le tradizioni della sua famiglia; una coppia serbo-albanese dall’oscuro passato dà alla luce un figlio, grazie all’aiuto di un medico che ha messo a tacere l suo sogno di paternità.

Se la cittadina imbiancata diventa una geografia dell’attesa, la casa si erge a simbolo, recuperando il suo senso più profondo, quello di luogo d’origine, uno spazio fisico, ma soprattutto dell’anima a cui ognuno vuole fare ritorno in quella notte speciale.

Hamer confeziona una commedia carica di speranza e nostalgia, ricrea perfettamente l’atmosfera natalizia, complice lo scenario e la neve, e compie scelte stilistiche accurate, dall’uso dei colori prevalentemente natalizi come il rosso e il verde al realismo magico di alcune scene chiave, dalla dilatazione temporale all’amplificazione dei sentimenti. La cura per il dettaglio e la profondità del messaggio, che trova la sua massima espressione nell’esplosione dei colori dell’aurora boreale (realistica ma ricreata digitalmente), compensa la mancanza di una vero legame tra le singole storie.

Il Natale è un miracolo che si rinnova ogni anno, in cui il significato di nascita può coincidere con

quello di ri-nascita, di ritrovamento d un’identità smarrita, ma anche con la concessione di un perdono, la rivelazione di una verità da cui si rifugge, il disvelamento di un intimo desiderio.

C’è anche, però, chi non ritrova la via di casa e trova tutte le porte chiuse. L’uomo che ha perso la propria famiglia e deve ricorrere al camouflage, all’espediente per ricongiungersi anche se per poco con i propri cari, è a mio avviso la storia cinematograficamente più interessante. Resta tagliato fuori dalla sua vita e dunque anche dal Natale. Come dire, i miracoli avvengono per chi ci crede ancora e la magia del Natale si rivela solo se si hanno occhi e cuore nuovi, e non ad uno sguardo disincantato.