
Mickey Rourke è il vincitore morale della 65esima Mostra del Cinema di Venezia. Il film Leone d’Oro, The Wrestling, di cui è protagonista ha segnato il suo ritorno sul grande schermo. Rapido sguardo ai film premiati e ai momenti più belli di questa edizione.
di Maria Cristina Locuratolo 14 settembre 2008 16:20
La 65esma edizione della Mostra Cinematografica di Venezia ha segnato il ritorno di un grande attore (anche se lui non ama definirlo così), vero trionfatore della kermesse di quest’anno, che di nome fa Mickey Rourke. Un lottatore sul viale del tramonto è il protagonista di The Wrestler di Darren Aronofsky, un film che rivolge uno sguardo amaro e nostalgico al mondo del wrestling, a tutti quegli “eroi” ormai senza speranza perchè vecchi, malati o destinati alla solitudine. Rourke si presenta sul red carpet vestito in modo discutibile, con sigaro in bocca e chihuahua in braccio tra le urla del pubblico che lo acclama. La sera della premiazione il Presidente della Giuria Wim Wenders annuncia commosso il Leone d’Oro dicendo “c’è un film con una performance che ci ha spezzato il cuore e quando pensi a qualcosa del genere pensi a Mickey Rourke”.
L’attore ha ringraziato e confortato la giuria dicendole simpaticamente di aver preso la decisione giusta. Il regista Aronofsky che due edizioni fa alla Mostra aveva deluso con The Fountain dedica la vittoria ai wrestlers, ai lottatori professionisti e ringrazia Rourke per aver aperto il proprio cuore alla cinepresa. Wenders fa capire con chiarezza che avrebbe assegnato al grande Mickey non solo il Leone d’Oro ma anche la Coppa Volpi per l’eccellente interpretazione andando contro il regolamento, premio che invece ha ricevuto Silvio Orlando per la sua performance nel film Il Papà di Giovanna di Pupi Avati. Premio Mastroianni per gli attori emergenti alla giovane e bella Jennifer Lowrence per la sua convincente interpretazione nel film di Arriaga, con Charlize Theron e Kim Basinger, The Burning Plain. E a proposito della conturbante Kim, si era favoleggiato un incontro a sorpresa tra lei e Mickey Rourke il giorno della premiazione, per riunire così la sexy coppia del film cult Nove Settimane e mezzo.
Il Premio De Laurentiis è andato ad un regista esordiente ormai sessantenne che ha intenerito il cuore di pubblico e giuria con il suo Pranzo di Ferragosto, pellicola che vede protagoniste delle vecchiette sulla ottantina ma che tuttavia porta un soffio di giovinezza e finezza di spirito. Alexey German jr, Leone d’Argento e Osella tecnica per il film Paper Soldier svela un retroscena interessante del suo lavoro, dichiarando di averlo realizzato con i soldi ricavati dalla vendita dell’appartamento di un suo caro amico, affermando così il valore delle piccole produzioni creative ed indipendenti, anni luce distanti dal sistema produttivo hollywoodiano. Delusione per Jonathan Demme ed il suo toccante Rachel Getting Married che vede fra gli interpreti una bravissima Anne Hathaway e l’indimenticata Debra Winger. Un intenso ritratto familiare, che ruota attorno a Kim, una ragazza con un passato di droga alle spalle che ritorna a casa per partecipare alle nozze della sorella maggiore Rachel e cerca di rimettere insieme i “pezzi” della sua vita interrotta e di riprendersi gli affetti dei familiari piazzandosi al centro della scena noncurante dell’imminente matrimonio. Per molti era uno dei migliori film in concorso.
In definitiva, di questa passata edizione della Mostra veneziana resteranno vivi nella memoria pochi momenti o immagini salienti: in primo luogo gli “aficionados” al Lido Brad e George e la loro esilarante spy-comedy firmata Coen, il Premio Oscar Charlize Theron che sfila con tutto il suo charme sul red carpet, l’irrequieta Natalie Portman che ruba la passerella ai protagonisti di BirdWatchers, Anne Hathaway passata dal modaiolo ruolo ne Il Diavolo veste Prada a quello drammatico e cupo di una "bad girl", il tenero Ponyo on the Cliff by the Sea creato dal genio di Miyazaki, il Leone alla Carriera consegnato da Celentano al maestro Olmi, e sopratutto il trionfo di Mickey Rourke, il campione, il combattente che sotto l’armatura è un essere fragile, un (anti)-eroe spericolato e controcorrente abituato a morire mille volte e a risorgere dalle proprie ceneri.
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