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giovedì 5 febbraio 2009

"The Reader": L'insostenibile leggerezza del male


Dalla passione ai limiti del pudore, alla tragedia ignominiosa della Shoah. Suprema la Winslet nei panni di un'aguzzina nazista.
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Giovedì 05 febbraio 2009
La trasposizione cinematografica di un libro solleva sempre qualche dilemma. A maggior ragione se è un'opera-manifesto del dramma dell'Olocausto, letta dall'intera popolazione germanica. Qui non si tratta solo di tradurre dal tedesco all'inglese o di convertire il romanzo in un film, ma bensì di trasferire un'opera dal suo originale contesto, senza snaturarla, e renderla internazionale, di superare le barriere linguistiche, poste dall'inevitabile differenza dei due mezzi espressivi, il libro e il cinema, per esprimere questioni etiche universali."The Reader" racconta la torbida relazione tra Michael Berg e la misteriosa Hanna, nata quando, a soli quindici anni, fu iniziato al sesso dalla donna allora trentenne. Dopo aver perso le tracce dell'amante per molti anni, Michael, divenuto studente di legge, ritrova la donna in un'aula di tribunale, accusata di crimini contro l'umanità, scoprendo il suo lato oscuro di spietata guardia nazista ad Auschwitz, accusata di aver ucciso oltre trecento ebrei. Il tema della colpa qui sconfina dalla legalità alla moralità; un essere umano è in grado di discernere il bene dal male, deve sapere che salvare la vita a trecento persone ha la priorità assoluta rispetto all'esecuzione bieca di un ordine 'superiore'. Non vi può essere 'redenzione' o perdono né tanto meno amore per chi ha compiuto tali crimini. Eppure Daldry cerca quasi di restituire una certa umanità al personaggio di Hanna, stranamente attratto dalla letteratura, e rende quest'ultima un mezzo di espiazione ma anche di comunicazione tra due amanti. Sceglie di mostrare la violenza attraverso campi di sterminio abbandonati, riempiti solo dal vuoto di quelle mostruose violenze e dai resti consumati di migliaia di cadaveri. Attraverso il silenzio esprime l'indicibile, lo spettro onnipresente di una ferita ancora aperta, che riguarda tutta l'umanità.

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