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mercoledì 26 agosto 2009

Venezia, che festival!


A pochi giorni dalla 66esima Mostra cinematografica veneziana, vi presentiamo gli eventi imperdibili, le proiezioni in gara per il Leone d’oro e quelle fuori concorso. Ospiti illustri, graditi ritorni, tanta America, pellicole nostrane di oggi e di ieri e gli immancabili del Lido come Ang Lee e George Clooney.
di Maria Cristina Locuratolo 26 agosto 2009 09:55

Inizia il countdown per la 66esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, la kermesse italiana più “glamorous” dedicata al grande schermo. L’evento, come da tradizione si svolgerà al Lido veneziano, dal 2 al 12 Settembre; a fare “gli onori di casa” quest’anno vi è una madrina d’eccezione, l’attrice e produttrice Maria Grazia Cucinotta, che aprì la Mostra di Venezia ben 15 anni fa come protagonista de Il Postino di Michael Radford, in ricordo di Massimo Troisi. Ad aprire il festival, dopo la cerimonia inaugurale, il film in concorso Baarìa di Giuseppe Tornatore, ma davvero tante sono le sorprese che Venezia ha in serbo per gli appassionati della Settima Arte. Per iniziare, la serata pre-festival, martedì 1 Settembre alle 21 presso l’Arena di Campo San Polo, durante la quale sarà proiettato La Grande Guerra di Mario Monicelli del 1959.

E poi una serie di incontri, iniziative ed eventi come la prima mondiale di Toy Story e Toy Story 2 in 3D, in occasione della consegna del Leone d’oro alla carriera da un cineasta davvero “stellare”, George Lucas, a John Lasseter, o come la proiezione in esclusiva di alcune sequenze del cartoon natalizio The Princess and the Frog ed un irrinunciabile master class con il team creativo della Disney Pixar. Altro riconoscimento, altro nome leggendario del cinema mondiale: Silvester Stallone riceverà il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker Award, recentemente istituito dalla Mostra veneziana, e organizzato in collaborazione con Jaeger-LeCoultre, dedicato a una personalità che ha lasciato un segno nel cinema contemporaneo.

In precedenza il premio è stato assegnato a Takeshi Kitano, Agnès Varda e Abbas Kiarostami. I film in programma sono suddivisi in sei sezioni della selezione ufficiale Venezia 66, Fuori Concorso, Orizzonti, Controcampo Italiano, Corto Cortissimo, Questi Fantasmi, più due sezioni autonome, Settimana Internazionale della critica e Giornate degli autori.Le personalità chiamate a far parte della Giuria internazionale Venezia 66, presieduta dal regista, due volte Leone d’oro Ang Lee, sono: l’attrice francese Sandrine Bonnaire, la cineasta italiana Liliana Cavani, il regista statunitense Joe Dante, il regista e sceneggiatore indiano Anurag Kashyap, il cantautore, scrittore e regista Luciano Ligabue, il regista russo Sergei Brodov.

Ben quattro i film italiani in concorso, oltre al già citato Baarìa troviamo: La doppia ora di Giuseppe Capotondi, Lo spazio bianco di Francesca Comencini e Il grande sogno di Michele Placido. Dopo la polemica dell’anno scorso sulla mancanza di americani in mostra, Venezia si rifà puntando su una sestina promettente: Bad Lieutenant: Port of Call of New Orleans di Werner Herzog con un cast ben nutrito di star, Nicolas Cage, Eva Mendes, Val Kilmer e Michael Shannon; Capitalism: a Love Story di Michael Moore; Survival of the Dead di George Romero per gli amanti del brivido; A single man di Tom Ford con Colin Firth, Julianne Moore e Matthew Goode; Life during wartime di Todd Solondz e The road di John Hillcoat con Charlize Theron, habitué del Lido, Viggo Mortensen, Guy Pierce e Robert Duvall. Nella categoria Orizzonti, inoltre, saranno presentati 24 lungometraggi, di cui 22 mostrati per la prima volta: per l’Italia Tris di donne e a abiti nuziali di Vincenzo Terracciano e Il colore delle parole di Marco Simon Puccioni.

La Francia è la più rappresentata tra i Paesi europei, con 4 film, tutti in Concorso: ritorna Patric Chéreau con la nuova opera Persécution , interpretata da Charlotte Gainsbourg e Romain Duris; Jacques Rivette presenta la coproduzione franco-italiana 36 vues du Pic Saint-Loup; Claire Denis partecipa con White Material, ambientato in una piantagione di caffè, protagonista Isabelle Huppert; infine il belga Jaco van Dormael porta sul grande schermo il suo progetto più folle, la coproduzione franco-belga Mr Nobody. Quattro titoli anche per la Germania, di cui due in Concorso: Soul Kitchen di Fatih Akin; Women Without Men dell’artista iraniana Shirin Neshat , che consiste in 5 video installazioni che vanno a formare un unico film; Zarte Parasiten di Christian Becker, Oliver Schwabe e Villalobos di Romuald Karmakar sono le altre produzioni tedesche, entrambe in Orizzonti.

L’Austria è invece presente in Concorso con Lourdes, terzo lungometraggio di Jessica Hausner e con Totò di Peter Schreiner nella sezione "Orizzonti". Il giovane regista danese Nicolas Winding Refn porta a Venezia il suo sesto film: Valhalla Rising. In Orizzonti troviamo l’olandese Frank Scheffer, che firma un documentario sul compositore franco-americano Edgard Varèse (1883-1965) intitolato The One All Alone e il rumeno Bobby Paunescu, regista di Francesca. La Svizzera è in lizza con Stefan Knuchel ed il suo Hugo en Afrique in Orizzonte Eventi mentre la videoartista Pipilotti Rist presenta l’originale Pepperminta.
I cineasti spagnoli Jaume Balagueró e Paco Plaza tornano dopo due anni a terrorizzare gli spettatori di Venezia con REC 2 (Fuori Concorso), mentre Pere Portabella, regista indipendente e membro della giuria di Orizzonti, presenta in anteprima il film Mudanza, dedicato al poeta Federico Garcia Tra gli “aficionados” del Lido ritroviamo il bel George (Clooney, e chi se no) interprete del film Fuori Concorso, The Men who stare at goats di Grant Heslov, con un cast da capogiro: Ewan McGregor, Jeff Bridges e Kevin Spacey. Attesissimo dai fan di Jason Bourne, il bel tenebroso Matt Damon, protagonista di The Informant!, pellicola fuori concorso di Steven Soderbergh. Venezia chiama e Hollywood risponde: quest’anno il Lido potrebbe vedere il ritorno dell’intramontabile Richard Gere e subire il fascino conturbante di Ethan Hawke nel film Brooklyn’s Finest di Antoine Fuqua. Pare proprio che ne vedremo delle belle.

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