Visualizzazioni totali

domenica 29 novembre 2009

Una coppia da Oscar


Nicole Kidman e Charlize Theron presto insieme sul set di un nuovo film, The danish girl. Le due stupende attrici saranno marito e moglie. A sorpresa la Kidman diventerà il pittore danese transessuale Einar Wegener. Ma entrambe le attrici hanno già interpretato in passato personaggi trasgressivi.
di Maria Cristina Locuratolo 29 novembre 2008 14:51

Le sfide non hanno mai fatto paura ai veri artisti. Lo sa bene Nicole Kidman, versatile attrice che rifiuta etichette e convenzioni, regole dello “star system” e ruoli “politically correct”. Del resto l’abbiamo amata nei panni di una prostituta parigina del Moulin Rouge, in quelli di una madre assassina in The Others e di una donna arrivista e vanesia in Da Morire. Il meritatissimo Oscar, arriva d’altronde con The Hours, dove la star australiana è Virginia Woolf, scrittrice britannica dalla personalità controversa con tendenze omosessuali. Criticata per alcune sue scelte, su tutte Fur il film in cui si innamora di un uomo affetto da ipertricosi, Nicole continua a mostrare coraggio, esce fuori dagli schemi.

Ciò che contraddistingue le veri attrici è proprio quella voglia di sperimentare, esplorare nuovi universi narrativi, appropriarsi di personaggi differenti fra loro per farli reali, rendere loro un’anima, una voce, un corpo. Appena reduce dalla calorosa accoglienza che il suo ultimo lavoro Australia, diretto da Baz Luhrmann, ha ricevuto all’anteprima a Sidney, la diva già si prepara per una nuova avventura. A sorpresa dei media e dei fans Nicole sceglie di interpretare Einar Wegener, pittore danese degli anni’20, noto alle cronache per essere stato tra i primi transessuali della storia. Il film, The Danish Girl, è basato sulla vera storia di Wegener e di sua moglie Greta, coppia famosa nell’ambiente artistico di Copenhagen. Einar posò "en travesti" per un dipinto della moglie e da allora il successo cambiò le loro vite. Greta convinse il marito a mostrarsi al pubblico in abiti femminili per semplice gioco o per provocazione; da lì la metamorfosi, Einar cambiò identità, assunse il nome di Lili Elbe e subì un’operazione per cambiare sesso, nel 1931. La notizia fece il giro del mondo, provocò sdegno e stupore negli ambienti più conservatori mettendo in crisi il matrimonio dei due artisti.

Nel ruolo di Greta un altro Premio Oscar: la stupenda Charlize Theron. Anche per la star sudafricana non è una novità interpretare ruoli inusuali e fuori dai cliché per una “bella, alta, bionda col fisico da modella”; in Monster, film per il quale ha vinto l’Oscar, non solo non si è fatta problemi ad imbruttirsi fino a rendersi irriconoscibile ma ha accettato coraggiosamente la parte di una serial killer lesbica, e nell’ultima struggente pellicola The Burning Plain di Guillermo Arriaga ha regalato al pubblico un’interpretazione indimenticabile nel ruolo di una donna annientata dal senso di colpa che è lo spettro di se stessa. Charlize come Nicole ha scelto un modo preciso di vivere il mestiere di attrice, senza trucchi e artifici.

Per la Theron non sarà la prima volta che si troverà a girare scene intime con una donna: è già successo con Penélope Cruz in Gioco di donna, film in cui ancora una volta amore e arte formano un binomio perfetto. Stando alle prime indiscrezioni The Danish Girl sarà diretto dal regista Anand Tucker mentre la sceneggiatura è stata affidata a Lucinda Coxon, che ha già lavorato all’adattamento del romanzo di David Ebershoff 2000Viking. Tra i produttori vi è la stessa Kidman che evidentemente crede molto nel progetto, la quale, pare, presterà il volto ad un altro personaggio dalla sessualità ambigua, la musicista Dusty Springfield, in un film biografico dedicato all’artista bisex. Non ci resta che aspettare e complimentarci con queste regine indiscusse della Settima Arte.

giovedì 12 novembre 2009

Meno male che ci sei


Allegra è un'adolescente con un rapporto problematico con i genitori in crisi. Suo padre è un donnaiolo incallito che ha una relazione con Luisa, una trentaciquenne sognatrice e alla perenne ricerca dell'amore vero.

La vita della teenager subirà una drammatica svolta con la morte dei genitori in volo verso il Kenya, per tentare di ricostruire la loro relazione. Quando il padre viene a mancare, Allegra cerca la donna con cui lui aveva una relazione extraconiugale, per condividere il dolore e conoscere quel lato ignoto della vita del genitore.

Meno male che ci sei di Luis Prieto costituisce un'eccezione in un tempo in cui i teen movies imperversano sul grande schermo, mandando le ragazzine in visibilio con storie d'amore improbabili tra la “Bella” di turno e il vampiro fascinoso, e sogni ad occhi aperti di quattordicenni, alle prese con i primi batticuori tra i banchi di scuola.

La pellicola di Prieto, tratta dal bestseller di Maria Daniela Raineri, non solo si discosta dai modelli cinematografici sopra citati, ma non è facilmente collocabile in un genere preciso.

La storia di Allegra racconta lo scontro generazionale, il dramma di una perdità, la necessità di ricucire gli strappi emotivi, di “mettere insieme i pezzi “per ricostruire un'identità ancora incerta e in frantumi. E' la storia di un trapasso, quello sempre travagliato, dall'adolescenza alla vita adulta, e quello doloroso ed estraniante, dal lutto all'accettazione. E' l'incontro tra due donne di età diverse, Allegra e Luisa, che instaurano un singolare e profondo rapporto d'amicizia attorno a un'assenza, una mancanza. Il primo amore di Allegra non è la fiaba romantica, a cui un certo cinema giovanile ci ha abituati; è un rapporto delicato e fragile, che fa i conti non solo con l'insicurezza dell'età, ma anche con la paura di un ulteriore abbandono, di un altro strappo non ricucibile. Il vuoto che la ragazza si crea involontariamente intorno, finisce per inghiottirla, conducendola in un tunnel di disperazione e autodistruzione. Il personaggio della sempre bravissima Claudia Gerini, è una sorta di Amélie Poulaine tutta italiana, deliziosa nel suo tentativo di colorare la sua vita e quella del prossimo con il suo fiducioso ottimismo, la sua forza di ricominciare, di “rimettere a posto le cose”.

Il film mescola generi e cambia toni, passa dalla commedia al dramma, strappa lacrime e sorrisi, riesce a delineare personaggi veri, così umani da sembrare più di una volta “sbagliati”, ci delizia con le note di Cat Power e dei meno noti The Pains of Being Pure at Heart.

Meno male che ci sei affronta tematiche controverse con una leggerezza tipica dell'adolescenza, sfiorando, a volte, la superficialità, ma sempre esprimendo un sentimento di autenticità, un'idea di famiglia che va oltre quella abituale, svelando la poesia di piccoli gesti e la tenerezza di un amore sbocciato, senza stucchevoli sentimentalismi e Dracula postmoderni.

martedì 3 novembre 2009

Keira Knightley: una stella in ascesa


Resa famosa dalla saga fantasy firmata Dysney, Pirati dei Caraibi, la Knightley sta imponendo la sua bravura ed il suo fascino moderno e antico nel contempo, nel panorama cinematografico odierno.
di Maria Cristina Locuratolo 3 novembre 2008 15:04

Un viso incantevole che ricorda in modo impressionante quello delle colleghe Wynona Ryder e Natalie Portman, un corpo esile, malignamente definito “anoressico” dalla stampa, ed uno sguardo senza tempo che fa di lei sia un’icona della bellezza contemporanea che un’eroina dal fascino remoto. Keira Knightley è “une enfante prodige”: la sua carriera inizia a soli 8 anni con il film tv Royal Celebration. L’occasione d’oro gliela offre George Lucas che le propone il ruolo dell’ancella della regina Amidala in Star Wars: Episodio I – La Minaccia Fantasma, proprio per la straordinaria somiglianza con la Portman. Ma la consacrazione del grande pubblico arriva al fianco del “pirata” Depp (con cui si favoleggiava un flirt) in La Maledizione della Prima Luna in cui Keira, nei panni di Elizabeth Swann, già svela il mistero del suo fascino, da un lato eterea e femminile come una nobildonna d’altri tempi, dall’altro un autentico “maschiaccio” audace e coraggioso. La Knightley dimostra di avere quel “physique du rôle” per interpretare donne aristocratiche del passato; nel 2006 è la protagonista di Orgoglio e Pregiudizio, film che gli vale la nomination agli Academy Awards.

Dal romanzo di Jane Austen ad una pellicola biografica sulla vita di Domino Harvey, ex modella e cacciatrice di taglie, morta per eccesso di droghe; Keira mostra di essere un’attrice versatile, in grado di calarsi nei ruoli più disparati e controversi. Anche se a mio avviso, la classe e l’espressività della Knightley si addicono bene ad atmosfere ed ambientazioni di cui si ha solo vaga memoria: superba in Espiazione di Joe Wright (il regista di Orgoglio e Pregiudizio), cronaca di un amore spezzato dalla crudeltà umana che raggiunge la sua apoteosi nella guerra. Lo stesso regista decide di dirigerla per la terza volta in uno spot commerciale, grazie alla sua classe innata la star viene scelta per rappresentare un marchio elegante e sempre di moda come Chanel.

Penalizzata invece in Seta un film ancora una volta tratto da un’opera letteraria ma che appare patinato e statico, più attento alla ricostruzione storica che allo spessore dei personaggi. E mentre Keira dichiara che non prenderà parte al quarto episodio della saga dei Pirati dei Caraibi (che tanta fortuna le ha portato), i suoi fans la ammirano nelle vesti de The Duchess, presentato al Festival del Film di Roma 2008. La diva ritorna ai suoi amati film in costume, dove questa volta è una donna che in parte rivoluziona la figura femminile settecentesca, attraverso il suo estro creativo nella moda di quei tempi. Attendiamo ora di rivederla nella biografia del poeta Dylan Thomas, The Best Time of Our Lives, dove sarà protagonista di un amore saffico accanto ad una rossa Lindsay Lohan. Pare proprio che questa ragazza dai grandi occhioni scuri sia uscita da un romanzo; forse perchè conserva la grazia e la soave bellezza di eroine letterarie, delicate e forti, capaci di consacrarsi ad un amore o ad una giusta causa per l’eternità.