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sabato 16 maggio 2009

Cannes 2009 punta sul grande cinema


La kermesse francese torna al suo periodo d’oro con artisti di fama mondiale e pellicole attesissimedal grande pubblico. Tarantino, Gilliam, Von Trier, Loach, Almodovar e tanti altri per celebrare la Settima Arte in pieno "ésprit de grandeur".
di Maria Cristina Locuratolo 16 maggio 2009 15:14

Apertura in grande stile per il 62esima Festival di Cannes 2009, come da tradizione per la kermesse internazionale più attesa dagli appassionati di cinema e dagli amanti del glamour e della mondanità. Film inaugurale è Up, pellicola in 3D della Pixar; padrino d’eccezione, Charlez Aznavour, una delle voci del cartoon nella versione francese. Inizia in modo sobrio la corsa alla “Palma d’oro” di questa edizione, con tanti palloncini colorati in onore del film buddy movie “pixariano”, in cui un burbero vecchietto instaura un’amicizia con un giovane boyscout, in viaggio in una casa trasportata da palloncini.

La presidentessa di giuria Isabelle Huppert menziona Fellini nel suo discorso di benvenuto e dice emozionata “ al cinema si va per ricordare, sognare e scoprire i segreti di quest’arte”. Insomma il “tocco” francese si nota tutto, nell’eleganza dei toni ma anche e sopratutto nelle scelte delle opere in mostra. Grandi nomi della scena cinematografica mondiale: Francis Ford Coppola che riscopre la sua vocazione per il cinema classico con Tetro, un film intimo e familiare, con uno sguardo al passato e uno al presente, diviso geograficamente tra Stati Uniti e Argentina e stilisticamente tra bianco e nero e colori; Lars Von Trier, con un horror che si preannuncia scioccante AntiChrist, interpretato da William Dafoe e Charlotte Gainsbourg, in cui si parte da una classica“haunted house” per arrivare ad esplorare l’inimmaginabile; Quentin Tarantino con l’attesissimo Inglorious Basterds, un film ad episodi che è un omaggio ai b-movie tanto cari al regista e che di sicuro non deluderà le aspettative dei numerosissimi fans del cineasta “pulp”; Ken Loach con Looking for Eric, una storia toccante di un postino malato e in piena crisi coniugale, sollevato solo dalla presenza di Eric Cantona , mito del calcio, che nel film interpreta se stesso; Alejandro Aménabar, il regista del capolavoro The Others, torna con Agora, ambientato nell’Egitto del IV secolo, verte attorno ai primi scontri di civiltà, tra cristiani e cultori degli antichi dèi, e alla vita di Ipazia, storica, matematica e filosofa greca, vittima di monaci fanatici e simbolo del libero pensiero.

E ancora, Elia Suleiman, regista palestinese tra i più apprezzati, racconta la storia dello Stato d’Israele dallo sua fondazione ad oggi in un film non strettamente politico dal titolo The time that remains; Chan- wook Park, regista coreano di Lady Vendetta e Old Boy, tenta di conquistare il pubblico internazionale con il suo Bak-Jwi, pellicola su un prete vampiro, che segue l’onda cinematografica del momento, con la riscoperta del mito di Dracula e tutte le (im)possibili variazioni sul tema; Ang Lee, autore molto amato a Venezia, ripropone l’evento più leggendario della storia del rock Taking Woodstock; Jane Campion che porta sul grande schermo la poesia di Keats con Bright Star, una meravigliosa storia d’amore tra il poeta inglese e la sua vicina di casa, Fannye Brawne; il “geniaccio” Pedro Almodovar con la sua ultima fatica Los Abrazos Rotos, un film di storie incrociate e di “abbracci rotti”, con la sua attrice feticcio Penelope Cruz (nella foto in alto), Premio Oscar meritatissimo per Vicky Cristina Barcelona; dulcis in fundo, Terry Gilliam, con l’ultimo film (incompleto) del compianto Heath Ledger, The Imaginarium of Doctor Parnassus; una favola mefistofelica che vede alternarsi i volti di Johnny Depp, Jude Law e Colin Farrell, i quali, grazie ad un espediente narrativo ideato ad hoc, sostituiscono Ledger, omaggiandone la memoria.

Unico titolo italiano della manifestazione francese è Vincere di Marco Bellocchio, pellicola che affronta il dibattito, più che mai attuale, sul sesso e il potere attraverso la storia della prima amante di Mussolini, madre di un figlio illegittimo del Duce, vittima sacrificale del regime fascista., mentre in giuria a rappresentarci è la conturbante Asia Argento.Cinema e musica formano un binomio perfetto a Cannes: sul red carpet , bagnato dalla pioggia, sfilano Lenny Kravitz e Mariah Carey, entrambi attori d’eccezione in Precious di Lee Daniels. Una Croisette ricca di emozioni che oltre a celebrare cineasti di fama mondiale, ha il grande merito di rappresentare cinematografie differenti, dall’Occidente all’Oriente, dal cinema classico a quello più sperimentale e visionario. Cannes 2009 si configura come un evento imperdibile che predilige la qualità e il talento, coniuga lo spettacolo all’arte, il glamour alla sobrietà. Un cinema che fa sognare, ricordare, e ci vela i segreti di quest’arte – direbbe la Huppert. Un cinema che cavalca il futuro sperimentando le nuove tecnologie, e si nutre di memoria, di quei film che hanno reso grande questa arte e riempito i nostri sguardi.

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