
L’indimenticato cowboy di Brockeback Mountain tornerà ad emozionarci ancora sul grande schermo regalandoci le sue ultime interpretazioni, prima della sua morte improvvisa, in "The dark Knight" e "The Imaginarium of Doctor Parnassus".
di Maria Cristina Locuratolo 11 marzo 2008 17:00
L’ultimo saluto a Heath Ledger, giovane e talentuoso attore australiano, è avvenuto, un mese fa, sulla spiaggia di Cottesloe, in Australia, dove Heath amava praticare il suo sport preferito, il surf. Fa male pensare che un ragazzo con un futuro smagliante davanti a sé, una figlia di poco più di due anni e ancora tanti sogni da realizzare si sia spento a soli 28 anni. Il suo corpo, ora cremato, giaceva nudo sul letto del suo appartamento a Soho, con accanto dei medicinali, antidolorifici, tranquillanti e sonniferi. Gli esami tossicologici effettuati hanno reso noto che l’abuso accidentale di questi farmaci, tra l’altro regolarmente prescritti a Ledger dal suo medico, ha provocato la morte dell’attore nel giro di poche ore, chiarendo i dubbi sul suo decesso.
Heathcliff, questo è il suo nome di battesimo, nasce il 4 Aprile 1979 a Perth, in Australia. Origini per metà irlandesi e metà scozzesi, il suo nome è legato al famoso protagonista di un classico della letteratura britannica, Cime Tempestose di Emily Bronte, romanzo molto amato dalla madre. I suoi genitori divorziano quando lui ha solo 10 anni e questa esperienza contribuisce a far maturare rapidamente Heath, il quale sceglie di vivere con il padre e la sorella Kate, e ancora giovanissimo decide di entrare a far parte della Globe Shakespeare Company, nella sua città natia. Si iscrive anche alla Guildford Grammar School, dove eccelle anche nell’hockey oltre che nella recitazione. Dopo il diploma va in cerca di fortuna verso Sidney dove spera di trovare successo. La prima occasione gli si presenta nel 1996, quando interpreta uno dei primi personaggi gay della televisione australiana nella miniserie “Sweat”. Il grande schermo non si fa attendere, e l’anno seguente Heath veste i panni di Toby Ackland nel film di Steven Vidler, “Blackrock”. La Fox lo ingaggia per la serie tv “Roar” che si rivelerà un flop ma farà conoscere l’attore al pubblico. Heath ritorna in Australia per girare “Two Hands” e subito dopo vola verso gli USA per il film di Gil Junger “Le dieci cose che odio di te”, una commedia romantica ispirata all’opera shakesperiana “La bisbetica domata”.
Il 2000 è l’anno della svolta: partecipa alle audizioni per un film di Mel Gibson ,“Il Patriota”, e viene scelto tra oltre 200 candidati. Heath entra così a far parte dell’Olimpo hollywoodiano. Seguono altri lavori, “Il destino di un cavaliere”, “Monster’s Ball – L’ombra della vita”, “Le quattro piume”, e “Ned Kelly” che lo consacra definitivamente al successo e gli vale una nomination all’Australian Film Institute. Il 2005 è decisamente l’anno fortunato di Ledger, presente in tre pellicole importanti, tutte presentate al Festival di Venezia: “I fratelli Grimm e l’incantevole strega” di Terry Gilliam con la Bellucci e Matt Damon, “Casanova” di Lasse Hallstrom e infine il film di Ang Lee che ha vinto il leone d’oro quell’anno “I segreti di Brockeback Mountain”, in cui Heath dà una mirabile prova del suo talento nelle vesti del primo cowboy gay della storia del cinema.
Sul set l’attore conosce un’altra giovane promessa di Hollywood, Jack Gyllenghaal, con il quale stringe una sincera amicizia, e Michelle Williams, con cui convola a nozze e concepisce Matilda Rose. La parte del cowboy omosessuale ed omofobico, Ennis del Mar, consente all’attore di aggiudicarsi la candidatura all’Oscar e numerosi riconoscimenti. Sempre nel 2005 prende parte al film “Lord of Dogtown” dove interpreta divertendosi il ruolo di un giovane Skip accanto ad Emile Hirsch. Il 2006 è l’anno di “Paradiso + Inferno”, produzione indipendente di Neil Armfield in concorso al Festival di Berlino, in cui Heath è un tossicodipendente che vive una tormentata storia d’amore. Nel 2007 Ledger partecipa al biopic su Bob Dylan molto applaudito a Venezia, “Io non sono qui”, pellicola in cui l’attore conferma il suo estro e il suo carisma e dove divide il set nuovamente con la moglie Michelle Williams e con attori del calibro di Cate Blanchett (che per il ruolo ha ricevuto la Coppa Volpi) e Richard Gere.
Lo stesso anno Heath è impegnato nelle riprese del sequel di “Batman begins”di Christopher Nolan, “The Dark Night”, nei panni del nevrotico Joker, ruolo interpretato da quel mostro sacro che è Jack Nicholson nella prima pellicola sull’uomo-pipistrello resa memorabile dalle visioni gotiche di Tim Burton. Nicholson, infatti, apre un’aspra polemica col regista che non solo non lo ha scelto per il sequel preferendo Ledger perchè “talentuoso e sempre pronto alle sfide” ma non ha chiesto neanche la sua consulenza sul personaggio che più degli altri ha segnato la carriera dell’attore.
L’ultimo incompiuto lavoro di Ledger è il fantasy di Terry Gilliam, regista che stimava particolarmente Heath, dal titolo “The Imaginarium of Doctor Parnassus”. La pellicola, in seguito alla morte dell’attore, ha subito una battuta d’arresto. Si era pensato di ricorrere all’uso della computer grafica per girare le scene mancanti in cui doveva comparire Heath ma alla fine si è deciso di onorare la memoria dell’attore facendo interpretare il suo personaggio ad un trio d’eccezione: Johnny Depp, Jude Law e Colin Farrell. Il cambio delle fattezze del protagonista è giustificato da un incantesimo dovuto all’utilizzo di uno specchio magico. La pellicola diventa così un corale tributo all’attore da parte del regista che non voleva che il lavoro di Ledger andasse perso ma anzi voleva offrire al pubblico l’ultimo bagliore di una stella spentasi tragicamente ma sempre viva nel cuore di chi l’ha amata.
Una serie di scelte sbagliate nella vita lavorativa come in quella privata, hanno ostacolato il cammino di Heath. Non ha avuto il ruolo di Peter Parker in “Spider-Man” che lo avrebbe consacrato ben più facilmente al successo, nè quello di Anakin Skywalker, per cui è stato scelto Hayden Christensen. Baz Luhrmann, conterraneo di Heath, preferisce Ewan McGregor accanto alla divina Nicole Kidman per “Moulin Rouge!” e, forse in nome di un vecchio risentimento, Ledger rifiuta la parte propostagli dal regista per il suo nuovo film “Australia” che vede ancora la Kidman come interprete femminile. Il matrimonio con la collega Michelle Williams, nonostante gli abbia regalato una splendida bambina, ha vita breve e Heath sprofonda nel tunnel cieco della depressione. Al ritrovamento del suo corpo si parla di droga; giorni dopo la sua morte alcuni show televisivi americani vorrebbero proporre al pubblico alcuni video in cui Heath sembra partecipare ad un droga party in cui però non fa uso di sostanze ma dichiara di aver fumato marijuana in passato.
Come sempre, in questi casi, certa televisione e certa stampa non rispettano il dolore di chi ha subito il trauma di un lutto, ancor più doloroso se così prematuro ed inaspettato, e preferisce trovare i motivi, reali o presunti, per infangare la memoria di una persona piuttosto che onorarla. Si è parlato di Ledger come di un tossicodipendente, si è ipotizzato il suicidio, ma la morte di Heath è solo un altro tragico scherzo del destino che ha strappato, così crudelmente, la vita a questo angelo biondo dalle straordinarie doti interpretative che aveva ancora tanto da dare a chi amava e al suo pubblico. Addio Heath, riposa in pace.
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