
Salito alla ribalta negli anni Novanta con le commedie sentimentali, Tom Hanks miete successi da oltre vent’anni interpretando personaggi ricchi di fragilità ed umanità che hanno segnato la storia del cinema e appassionato il pubblico di tutto il mondo. Profilo di uno dei più grandi talenti di Hollywood.
di Maria Cristina Locuratolo 25 giugno 2008 13:50
Tom Hanks è ben lontano dall’essere l’attore tutto "frizzi e lazzi" made in USA. Sembra più uscito da una puntata di Happy Days che dagli studios hollywoodiani. E in effetti è proprio in quel telefilm che comparirà nel 1982 ignaro della brillante lunga carriera che da lì avrebbe intrapreso. Hanks non ha il fascino glamour di George Clooney, né il magnetismo di Johnny Depp e neanche la bellezza disarmante di Brad Pitt. Classe 1956, lontano discendente di Abramo Lincoln, Tom incarna il prototipo dell’americano medio: ha la faccia da bravo ragazzo, i modi gentili e mai sopra le righe, il fisico da impiegato, come lui stesso dichiara, ed un talento fuori dal comune. Il suo successo dura da più di vent’anni: inizia negli anni Novanta con le commedie romantiche Joe contro il vulcano, Insonnia d’amore, e C’è Post@ per te in cui fa coppia fissa con Meg Ryan e raggiunge il suo culmine con il ruolo complesso dell’avvocato gay ammalato di AIDS nel film Philadelphia di Jonathan Demme che consacra definitivamente Hanks nuova star del firmamento hollywoodiano. E’ infatti quell’interpretazione che varrà all’attore il primo Oscar, nonché un Golden Globe, un Orso d’Argento a Berlino e un MTV Awards.
Ma la seconda statuetta d’oro non si fa certo attendere. L’anno successivo Hanks regala a pubblico e critica un’altra interpretazione passata alla storia, quella di Forrest Gump, "un idiota di genio" che passa in rassegna trent’anni di mirabili avventure personali, tra ascese e cadute, restituendoci col suo sguardo sempre limpido e sincero piccoli frammenti di storia a stelle e strisce. Si parla ancora di America nel thriller spaziale Apollo13 di Ron Howard, dove Hanks è un’astronauta statunitense che, insieme ad altri suoi due colleghi, vede svanire il sogno di raggiungere la luna a causa di un guasto tecnico dell’astronave che dà il nome al film. Altro regista importante nella carriera dell’attore oltre a Howard è Steven Spielberg, il quale sceglie Hanks per il ruolo del capitano Miller nel film bellico Salvate il soldato Ryan, interpretazione che porta Tom vicino alla terza statuetta. Tematiche sempre più scottanti dal forte appeal cinematografico caratterizzano altri lavori di Hanks: Il Miglio Verde, soggetto di Stephen King, parla della pena di morte e lo fa in modo appassionato e appassionante. Tom Hanks lavora in un carcere, è il capo dei secondini, rivive nella sua memoria la storia di un uomo di colore ingiustamente condannato che ha dei poteri sovrannaturali attraverso i quali riesce a guarirlo e a riportare persino alla vita un morto.
Nel 2000 arriva per Hank forse la sua prova d’attore più ardua. In Cast Away veste i panni di un naufrago sopravvissuto ad una sciagura aerea che vive per anni su un’isola deserta in attesa di trovare un modo per tornare a casa. Per esigenze di copione Tom dimagrisce oltre venti chili; la sua interpretazione è perfetta, il film è un vero e proprio "one man show", il nucleo della narrazione è incentrata quasi esclusivamente sul protagonista che tenta disperatamente di restare aggrappato alla vita anche nelle situazioni più estreme. Nel 2001 la premiata ditta Spielberg-Hanks porta sul grande schermo Prova a prendermi con Leonardo Di Caprio come protagonista e nel 2004 è la volta di The Terminal in cui Tom si cimenta in un altro ruolo "sui generis": un emigrato dell’est che resta intrappolato in un aeroporto e inizia una nuova vita in questo "non luogo" spielberghiano affidandosi alla propria creatività e alla buona sorte.
La nuova svolta per la carriera di Tom Hanks arriva con la pellicola dell’amico Howard, Il Codice Da Vinci, film tratto dal discusso best-sellers di Dan Brown. La pellicola è al centro di numerose polemiche e non perché sia un lavoro di notevole fattura o particolarmente ben interpretato, ma perché solleva questioni che sconvolgono la Chiesa e ai suoi fondamenti. Nonostante le dichiarazioni rilasciate, Tom decide di girare il prequel-sequel del film tratto dal romanzo omonimo di Brown, Angeli e Demoni, in cambio di una cifra stratosferica. Gli esterni sono stati girati giorni fa a Roma tra Piazza Navona e il Pantheon. mentre è stata negato l’accesso al Vaticano e a Castel Sant’Angelo, in quanto, secondo la Diocesi di Roma, il film, pur essendo un’opera di fantasia lede il sentimento religioso.
A parte le pellicole di Howard, in cui Hanks sacrifica il suo talento per film di puro intrattenimento, gli ultimi lavori dell’attore lo vedono dapprima impegnato accanto a Julia Roberts ne La guerra di Charlie Wilson e successivamente al fianco di John Malkovich in The Great Buck Howard. Analizzando i momenti salienti della carriera di Tom Hanks, questo “E.T. Col barlume di Einstein”, come la critica lo ha definito, notiamo come le sue interpretazioni versatili e ricche di pathos vadano a scrutare nell’animo umano, nella vita dell’uomo comune che resta ancorato a quei valori forti e saldi a cui l’America inneggia e che spesso tradisce. Il suo sguardo è, come quello del suo personaggio più emblematico, Forrest Gump, semplice e puro e si fa specchio di realtà e condizioni esistenziali difficili, estreme o coraggiose in cui il debole, l’emarginato, il sopravvissuto diventano gli eroi di tutti i giorni, dei nostri giorni.
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