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giovedì 28 gennaio 2010

Burton delle Meraviglie



Fans di Tim Burton (e non solo) in trepidazione per Alice in Wonderland, trasposizione in 3D stereoscopico della nota fiaba di Carroll. Il film che si preannuncia un capolavoro uscirà nelle nostre sale il 3 Marzo.
di Maria Cristina Locuratolo 28 gennaio 2010 21:00

Di sicuro Sir Lewis Carroll non avrebbe mai potuto immaginare che la piccola Alice Liddell sarebbe diventata così famosa. Le versioni della giovane londinese alle prese con un coniglio bianco col panciotto sono svariate e non parlo solo di traduzioni letterarie, ma di vere e proprie trasposizioni che vanno dal fumetto giapponese ai videogames, dalla musica al cinema. Tra le tante trasposizioni cinematografiche la più famosa è quella che porta la firma di Walt Disney, cartoon datato 1951, che come ogni capolavoro che si rispetti supera brillantemente la dura prova del tempo. Certo Carroll non poteva prevedere un successo di questa portata, né tantomeno l’incontro della sua arte con quella di autori prodigiosi e tecnologie del tutto ignote al suo tempo.

Chissà cosa avrebbe da dire vedendo la sua sprovveduta Alice catapultata nel mondo visionario di una delle menti più creative della contemporaneità come Tim Burton, un microcosmo in 3D che coniuga il carattere tradizionale di una fiaba che è quasi un mito ancestrale con un sapiente uso delle tecnologie più innovative. Burton non si limita a reinterpretare la storia, la reinventa: a partire dagli sketch su carta ovvero dalla creazione grafica dei personaggi alla costruzione in 3D fino ai frames finali. Alice in Wonderland fa ritorno in casa Disney in grande stile. Tim sceglie tra gli interpreti principali tre suoi attori feticcio quali Johnny Depp, un eccentrico Cappellaio Matto, la consorte Helena Bonham Carter nei panni di una perfida Regina di Cuori affiancata dal Re Christopher Lee, ma anche la stella nascente Mia Wasikowska nel ruolo della protagonista, Anne Hathaway, diafana Regina Bianca, Alan Rickman nel ruolo del Brucaliffo, Michael Sheen alias Bianconiglio, Stephen Fry stralunato Stregatto, Crispin Glover oscuro Fante di Cuori e il comico Matt Lucas nel duplice ruolo dei gemelli Panco Pinco e Pinco Panco.

Il processo creativo del film prevede diverse fasi; grazie all’utilizzo del “green screen” gli oggetti e le parti del corpo degli stessi personaggi possono subire una progressione, una vera e propria evoluzione fino al risultato finale. Per quanto riguarda l’aspetto narrativo della storia, Burton racconta di un’Alice ormai diciannovenne che, scappata da un party esclusivo segue nuovamente le orme del frettoloso Bianconiglio fino a precipitare nella tana sotterranea tramite cui fa ritorno nel mondo non-sense visitato da bambina, dove ritrova tutti i suoi surreali amici. Alice è cresciuta, si interroga sul proprio futuro: questo nuovo viaggio le serve non solo per porre fine al terrorizzante regno della Regina Rossa, ma per trovare il suo destino.

La vicenda trae spunto da Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò, prosecuzione dell’avventura del primo libro di Carroll, ma porta l’inequivocabile impronta autoriale burtoniana, fatta di suggestioni gotiche e oniriche e di una poeticità che restituisce spessore e umanità ai personaggi. A tal proposito Johnny Depp, irriconoscibile nei panni dello stravagante Mad Hatter, dichiara del proprio personaggio: « Non lascia trasparire le proprie emozioni, i suoi frequenti cambiamenti di umore si riflettono letteralmente sul suo viso e sui suoi abiti. Ha atteso con ansia il ritorno di Alice ed è probabilmente il suo unico vero amico, poiché crede in lei quando nessun altro lo fa. E’ impavido, farebbe qualunque cosa pur di proteggerla, mettendo a rischio la sua stessa vita. Un tempo coraggioso cappellaio per la Regina Bianca, fu infettato dal veleno del mercurio, uno sfortunato aspetto del processo di realizzazione dei cappelli, e da allora non sta molto bene».

Anche l’aspetto musicale del film si preannuncia sorprendente: la colonna sonora originale del film è composta da Danny Elfman, collaboratore storico di Burton. Oltre alle musiche di Elfman della soundtrack list fanno parte numerosi brani eseguiti da vari artisti contemporanei quali Avril Lavigne, Tokio Hotel, Metro Station, Plain White T’s. Insomma che sia un incavo di un albero o un castello diroccato, o la tana di un Bianconiglio, Burton sa sempre trovare la “porta magica” verso dimensioni “altre” tra contingente e straordinario, ma questa volta, ho la sensazione che la “risalita”verso la realtà sarà più dura del previsto.

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