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mercoledì 30 settembre 2009

Con la Pixar si sa, i sogni diventono realtà


I sogni in casa Disney, si sa diventono realtà. Lo diceva Cenerentola, protagonista canterina del cartoon disneyano, forse più celebre, risalente al lontano 1950, il quale, come ogni vera magia sopravvive al tempo e continua a incantare generazione intere di bambini e adulti.

E lo ripete oggi, a distanza di più di cinquant'anni, Carl Fredicksen, il protagonista settantottenne del nuovo film di animazione Up di Pete Docter, già “papà” di Monsters & Co.

La Pixar festeggia il sodalizio artistico con Disney, iniziato nel 1995 con Toy Story, a bordo di una improbabile casa volante, trainata da palloncini colorati, verso il Sud America, in un luogo paradisiaco dove la natura è incontaminata e selvaggia. Un anziano venditore di palloncini cerca di realizzare il sogno di una vita, per tenere fede ad una promessa d'amore solenne alla moglie scomparsa.

Il viaggio si rivela pieno di imprevisti, e con qualche compagno di ventura inatteso: un logorroico boy scout di otto anni, un cane parlante e un uccello esotico in via d'estinzione.

Una commedia esilarante in 3D che diverte ed emoziona con una straordinaria colonna sonora che compenetra nella narrazione e muta secondo gli sviluppi della vicenda che assume via via toni differenti, dal sentimentale all'adventure-movie, dalla commedia alla slapstick. La folle corsa del vecchietto e del bambino verso Le Cascate del Paradiso in Venezuela ha conquistato le platee di Cannes e Venezia, e vinto ogni concorrenza ai botteghini americani.

Il segreto di un tale successo è sicuramente imputabile alla genialità degli autori e del regista, e allo sforzo congiunto di un team creativo che ha impiegato tutte le risorse necessarie per creare qualcosa in cui il pubblico di ogni età potesse identificarsi. Una vita trascorsa e un grande sogno che rimane nel cassetto insieme al rimpianto di non averlo mai realizzato. Andare su, al di là delle nuvole, era il desiderio di Dorothy prima di avventurarsi verso Oz, salvo poi scoprire che "nessun posto è come casa propria". Da qui parte l'idea di un viaggio verso cieli sconosciuti senza lasciare la propria dimora, tempio di ricordi e nido sicuro. Partire verso l'ignoto senza allontanarsi davvero. E' così che il progetto di Up si fa strada negli studi Disney Pixar.

Il decimo lungometraggio della "premiata ditta" riafferma il valore di un cinema che in alcun modo può essere intrappolato in una categoria, ma spazia tra generi diversi e si rivolge a target differenti, abbattendo ogni pregiudizio che vede il film d'animazione come "un prodotto per bambini".

Dopo quindici anni di attività e numerosi successi, la Disney Pixar, scongiurata una separazione anni or sono, è ormai una realtà consolidata, non solo nel mondo dei cartoon, ma nel panorama cinematografico mondiale.

La consegna del Leone d’oro, in occasione di Venezia66, a John Lasseter, Brad Bird, Pete Docter, Andrew Stanton e Lee Unkrich da parte di George Lucas ha voluto celebrare il prestigio e l'importanza di questa unione fortunata. Prima della nascita della Pixar nel 1986, Lasseter lavorava nel team dei grafici nella Computer Animation Division della Lucasfilm, la società fondata da George Lucas nel 1971. Presso la Lucasfilm, Lasseter ha tra l’altro disegnato e animato il cavaliere di vetro di Piramide di paura (Young Sherlock Holmes, 1985), il primo personaggio mai realizzato al computer in un film live-action. Nel 1986 Steve Jobs, già fondatore della Apple, ha rilevato la Computer Animation Division della Lucasfilm, ribattezzandola Pixar, dopo che questa aveva sviluppato un computer ad altissime prestazioni.

Da Toy Story a Alla Ricerca di Nemo, da Ratatouille a Wall E, il più grande studio di animazione del mondo sperimenta l'uso di un linguaggio cinematografico trasversale, coniuga l'innovazione alla forza della narrazione, la qualità dell'immagine alla carica emotiva insita nelle storie raccontate.

Ma il vero punto di forza della Disney Pixar sono i sogni di cui si nutre, tra realtà e magia, al di là di ogni confine di genere, linguaggio e immaginazione. In altre parole, sempre più "Up".

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