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venerdì 4 settembre 2009

Uno sguardo da Leone


Scatti d’autore, spezzoni di pellicole e sequenze tratte da capolavori. Il mito di Sergio Leone rivive attraverso due mostre a lui dedicate, con la partecipazione creativa di artisti italiani che hanno reso grande il nostro cinema.
di Maria Cristina Locuratolo 4 novembre 2009 11:58

Roma omaggia una delle pietre miliari del cinema italiano e mondiale, Sergio Leone, attraverso uno sguardo inedito che ripercorre i momenti salienti della sua carriera, a ottant’anni dalla nascita e a vent’anni dalla scomparsa del regista. Una mostra curata da Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, resa possibile anche grazie al prezioso contributo della famiglia Leone e al talento creativo di due artisti italiani di fama mondiale, i Premi Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. Un evento, prodotto da Equa, che ha voluto ricreare nello spazio espositivo dell’Auditorium Parco della Musica, il mondo e l’immaginario del cineasta dei leggendari spaghetti western. La mostra si apre sotto lo sguardo di Sergio Leone, ritratto dalla figlia Francesca, e continua nel buio di una sala cinematografica dove 500 fotografie scattate dall’artista Angelo Novi, suddivise in tre proiezioni, tracciano il percorso artistico del regista, dagli esordi ai film che hanno fatto epoca. La prima serie di proiezioni racconta gli anni ,dal 1947 al 1961, in cui Leone lavora come aiuto regista per autori italiani ed internazionali, maturando oltre ad un estro creativo innato, una conoscenza tecnica del set.

Il primo film di Leone, Colosso di Rodi, realizzato in Spagna, ottieni risultati insperati, nonostante il budget limitato. Da lì una carriera sempre in ascesa, come dimostra la seconda tranche di proiezioni, in cui vengono svelati i segreti del set di Leone, la cura dei dettagli, il lavoro incessante, la bellezza delle immagini. La terza serie di proiezioni vuole invece mostrare i corpi, gli sguardi, le figure ricorrenti dell’universo leonino, sottolineando la loro perfezione e unicità. La seconda parte della mostra è accompagnata dalla musica del maestro Ennio Morricone, partner artistico di Leone, una sorta di alter ego musicale del cineasta che ha tradotto in note le immagini di film epocali, esaltandone la potenza visiva e la comunicatività. E sulla scia di colonne sonore indimenticabili, lo spettatore può ammirare il camion di una troupe che ha appena scaricato uno scrigno, realizzato da Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, da cui idealmente si riversano spezzoni delle grandi opere di Leone.

Una mostra per ricordare e omaggiare un regista che ha ridato vita a un genere in declino per poi rivoluzionarlo, visivamente e narrativamente. Un West realistico e povero, abitato da personaggi violenti e da figure avvolte da un’aura mitologica, tanto da apparire come dèi: Clint Eastwood, Claudia Cardinale, Robert De Niro, Gian Maria Volonté sono solo alcuni dei volti catturati dalla cinepresa di Leone, volti diabolici o angelici, brutali o pieni di grazia. Un cineasta che non è mai passato di moda, amato e considerato un punto di riferimento da autori contemporanei come Quentin Tarantino; da Per un pugno di dollari alla trilogia de Il buono, il brutto , il cattivo fino alle parabole conclusive di C’era una volta il West, un’opera monumentale che racchiude l’intera epopea western, e C’era una volta in America che racconta i luoghi da lui idealizzati, Sergio Leone si è contraddistinto per la cifra stilistica e l’impronta poetica, per quello “sguardo inedito” che fa di lui il maestro non solo di un genere, ma di un modo di fare cinema.

Dal 29 ottobre 2009 al 30 Gennaio 2010, un’altra mostra fotografica dedicata al regista sarà aperta al pubblico presso lo spazio espositivo di Cinecittà 2 Arte Contemporanea: 100 scatti inediti, non proiettati ma esposti in maniera tradizionale, che portano ancora la firma di Angelo Novi, immortalano la carriera e la vita di un simbolo autentico della cinematografia italiana.

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